La Pelagia noctiluca, o meglio nota come la medusa luminosa, è una specie della famiglia Pelagiidae. Famosa perché considerata la medusa che si illumina di notte, la Pelagia noctiluca è comune nel Mar Mediterraneo e nell’Oceano Atlantico orientale fino al Mare del Nord, anche perché negli anni è diventata l’incubo dei bagnanti italiani.
Viene definita la medusa luminosa notturna (noctiluca) perché la bioluminescenza, di colore verde, di cui è dotata la rende visibile anche di notte. Si nutre di plancton e di piccoli pesci che cattura tramite i tentacoli dotati di urticanti nematocisti.Questa medusa velenosa, nei nostri mari infatti è molto conosciuta: i villeggianti che frequentano le nostre coste sanno bene che è meglio tenersi alla larga dai suoi tentacoli. Ogni stagione estiva, la Pelagia noctiluca sale alla ribalta delle cronache locali a causa della sua abbondanza: in alcuni periodi dell’anno, si registrano diversi feriti per le dolorose irritazioni che provoca se soltanto sfiorata.
La medusa Pelagia noctiluca è una specie pelagica, cioè che vive nel mare aperto, ma nel periodo autunnale e primaverile si avvicina alla costa, e d’estate è facile incontrarla sulle nostre coste, da quella Adriatica fino alla parte ionica e siciliana.
Pelagia noctiluca, forma e caratteristiche
Inconfondibile per la sua colorazione, la Pelagia noctiluca ha ombrello marrone-rosato o rosa-violetta di circa 10 centimetri di diametro, traslucido, composto da 16 lobi da cui partono 8 lunghi tentacoli retrattili, molto urticanti e semi-trasparenti, che partono dai bordi e si possono estendere fino a 2 metri.
Le braccia orali, dello stesso colore dell’ombrello, sono lunghe fino a circa 30 centimetri. La definizione di noctiluca deriva dall’iridescenza, di colore verde, di cui è dotata, che ne farebbe vedere i riflessi nell’acqua anche d notte.
Il veleno della Pelagia noctiluca le permette di essere una cacciatrice formidabile. Oltre a nutrirsi di plancton, riesce infatti a catturare anche piccoli pesci che paralizza con i suoi tentacoli dotati di urticanti nematocisti, racchiusi nelle cellule ectodermiche.
Le meduse fra la riviera ionica e le acque dello Stretto di Messina
Chi frequenta la costa ionica e le acque dello Stretto di Messina, ha certamente osservato che negli ultimi dieci anni si è registrata una forte presenza della medusa Pelagia Noctiluca.
Ciò accade in quanto la forte corrente “scendente”, che ogni giorno entra nella parte centrale dello Stretto di Messina raggiungendo la massima velocità, le trasporta a seguito del colmamento dell’intenso “gradiente di marea” che periodicamente si instaura tra il basso Tirreno e il mar Ionio.
Il fenomeno “bloom” delle meduse, ovvero le scie di meduse Pelagia noctiluca registrate nello Stretto di Messina – le più ricordate sono quelle del 2012, e la più recente del 2019 – è abbastanza frequente nel Mediterraneo: queste grandi aggregazioni possono arrivare a concentrazioni molto elevate di meduse, fino a 500 individui per metro cubo.
I sintomi del contatto da Pelagia noctiluca
Cosa accade se entriamo in contatto con una Pelagia noctiluca? Viene immediatamente avvertito un bruciore che col passare delle ore può provocare vere e proprie ustioni indelebili. Questo accade perché la medusa rosa si difende espellendo cellule urticanti alla velocità di 3 millisecondi grazie alla pressione dell’acqua contenuta nei tentacoli.
I sintomi più comuni da contatto con la Pelagia noctiluca sono:
- Bruciore intenso: la medusa rosa può lasciare sulla pelle delle cicatrici anche perenni. Se la zona di contatto è ridotta, i sintomi possono scomparire nel giro di un giorno; se invece la zona di contatto è superiore, si possono avere delle irritazioni sulla pelle molto simili a scottature;
- Reazioni allergiche a rapida comparsa (anafilassi): è il caso in cui il contatto con la medusa Pelagia noctiluca è più ampio;
- Sintomi come nausea, tachicardia, cefalea, vomito, vertigini, dispnea: accade quando un bagnante finisce per entrare in contatto diretto con una o più meduse. In questo caso, il rischio è lo shock anafilattico.
Cosa fare in caso di puntura della medusa urticante?
Ancora una volta, bisogna smentire i luoghi comuni su cosa fare in caso di contatto e puntura della Pelagia noctiluca o più in generale con le meduse urticanti.
Ecco alcuni consigli in caso di irritazioni da medusa luminosa.
Innanzitutto bisogna non lasciarsi prendere dal panico: bisogna evitare di toccare la parte interessata dallo spruzzo del liquido urticante e, una volta usciti dall’acqua, sciacquarla abbondantemente con acqua salata (quella dolce potrebbe aumentare i sintomi).
Non bisogna applicare ammoniaca, come spesso si crede, né utilizzare impacchi di aceto bianco o utilizzare urina sulla parte lesa.
I bendaggi inoltre rischiano di non far respirare la pelle e di tenere ancora in circolo il veleno iniettato.
I rimedi quando si entra in contatto con una Pelagia noctiluca
Ecco quali sono i rimedi in caso di contatto con il veleno della Pelagia noctiluca. La prima cosa da fare, dopo aver sciacquato con acqua di mare e aver rimosso eventuali filamenti di medusa, se ancora presenti, bisogna applicare un gel astringente al cloruro di alluminio che lenisce il prurito, blocca l’espansione ed assorbe gli essudati delle vescicole.
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Se invece la Pelagia noctiluca è entrata in contatto con una parte più ampia, bisogna recarsi ad un pronto soccorso, specie se si manifestano i sintomi più gravi che abbiamo descritto in precedenza. Ultima raccomandazione, la più importante: bisogna evitare di esporsi al sole dopo il contatto con una medusa.
Nel Mar Mediterraneo abbondanti sciami di Pelagia noctiluca
(L’invasione di Pelagia Noctiluca a Filicudi in un video proveniente dal canale YouTube di darioeolie)
Nel Mar Mediterraneo, abbondanti sciami di Pelagia noctiluca sono solitamente più frequenti da marzo a maggio, a differenza dei mesi estivi, in cui si osservano individui isolati di ampie dimensioni.
Le aggregazioni di meduse si chiamano bloom, sono temporanee e possono arrivare a concentrazioni molto elevate, circa 600 individui per m3. Fenomeno assai diffuso specie nello stretto di Messina, come dimostra il video che abbiamo proposto.
Ma nei mari italiani, i bloom di meduse sono più frequenti nel mar Adriatico, a differenza del mar Tirreno e Ligure, ove queste esplosioni demografiche sembrerebbero avvenire ciclicamente, ogni 12 anni.
Le cause dei bloom di meduse
Le cause dei bloom sono ancora molto dibattute in biologia, e probabilmente sono diversi i fattori che possono favorire queste esplosioni demografiche di P. noctiluca. Tali fattori possono essere fisici (vento, correnti, temperatura, salinità, pH), biologici (movimento intrinseco della specie) e antropici (riscaldamento globale, inquinamento, sovrappesca).
I cambiamenti climatici, causando variazioni di salinità (?), temperatura (?) e pH (?) nei mari, favorirebbero l’incremento di Pelagia noctiluca attraverso un’azione negativa nei confronti di organismi competitori e/o predatori.
Redazione di Non solo Nautica, la rivista online sulla nautica e sul mare a cura di Davide Gambardella.