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Porto di Pisa: storia e diportismo nel terminal della città senza mare

PORTO DI PISA

Porto di Pisa, la città senza mare: dalla storia delle Repubbliche Marinare alla nuova Marina, l’evoluzione di uno dei terminal più importanti e significativi della Toscana 

di Nicoletta Natoli

La domanda può nascere spontanea: come è possibile che una città senza il mare abbia un porto ricco di storia? Con questo articolo daremo una risposta a questa domanda, raccontandovi il Porto di Pisa fin dalle sue origini.

Vi parleremo di come ai suoi albori la zona del Porto di Pisa fosse semplicemente un’area abitata da popolazioni dedite alla pesca, e di come poi sia diventata il cuore di importanti scambi commerciali nel bacino mediterraneo.




Infine, vi faremo fare un salto temporale di ben 600 anni, per sottolineare come il Porto di Pisa dalla sua distruzione ai giorni nostri si sia trasformato in una delle opere più significative realizzate a Pisa e sul litorale nel dopoguerra.

La nascita del Porto di Pisa

PORTO PISANO
Il porto antico di Pisa e le quattro torri (da Wikipedia.org)

Tra il IX e l’VIII secolo a.C. si ebbero i primi cenni di popolazioni stanziali dedite alla pesca nella zona che oggi corrisponde a quella del Porto di Pisa, ma fu tra il III e il II secolo a.C. che il porto pisano divenne attivo e conosciuto.

Il primo riconoscimento ufficiale del Porto di Pisa si trova nella Geografia di Claudio Tolomeo, opera del II secolo d.C. nella quale il cosiddetto Portus Pisanus venne per la prima volta indicato come una delle principali strutture portuali della sua area, alludendo a un tratto di mare più limitato e chiuso.

Nel corso della sua storia il bacino del Porto di Pisa fu la base della flotta romana in azione nel Mar Ligure, nonché teatro di numerosi episodi di rilievo della storia longobarda, e testimone del saluto di alcuni ambasciatori inviati dal Califfo di Bagdad a Carlo Magno, nuovo imperatore della cristianità. Nel Medioevo, il Porto di Pisa fu il principale porto della Repubblica Marinara e funse da rifugio per l’imponente flotta da guerra pisana. Inoltre, fu il punto di attracco e partenza di navi che instauravano importanti attività commerciali, che interessavano tutto il Mar Mediterraneo.

La crescita del Porto di Pisa e la caccia alla lontra

La repubblica marinara dedicava una cura particolare al suo porto, documentata da imponenti opere pubbliche mirate all’intensificazione delle attività portuali. Grazie a questo lavoro di potenziamento, la zona circostante il Porto di Pisa acquisì un’importanza sul piano militare ed economico.




Tra tutte le attività intraprese menzioniamo la remunerativa caccia alla lontra, facilitata dal fatto che l’area rappresentava un vasto golfo, formato dalle foci dei fiumi Arno e Serchio. La lontra, infatti, è un animale carnivoro che vive principalmente nei fiumi, ma anche nei torrenti, nei laghi e nelle paludi. Attualmente, questo animale conta 600 esemplari in Italia ed è presente soprattutto nel centro-sud all’interno di aree protette. Poiché la specie è considerata quasi a rischio di estinzione, sono stati avviati dei progetti per la sua salvaguardia e delle campagne per proteggerne l’habitat.

La rivalità con Genova e Livorno e la soppressione del Porto di Pisa

Le fasi successive della storia del Porto di Pisa furono contraddistinte in primis dalla sua rivalità con i genovesi, i cui ripetuti assalti portarono a un’intensa attività di fortificazione, che vide l’edificazione di quattro torri. Tuttavia, queste furono abbattute sempre dai genovesi nel 1290. La riappacificazione tra le due città avvenne soltanto dopo l’Unità d’Italia, quando Genova restituì i frammenti delle grandi catene che univano le torri, da allora custoditi nel Camposanto monumentale di Pisa.

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Dimostrandosi un popolo fiero e duro da abbattere, i pisani riuscirono a ricostruire il Portus Pisanus, che arrivò anche ad avere una buona organizzazione amministrativa, a testimonianza della sua ritrovata importanza militare e commerciale. Purtroppo, questo fu nuovamente vittima di ripetuti attacchi da parte di eserciti invasori, e, dal 1339 in poi fu progressivamente soppiantato dal Porto di Livorno, che andò ad acquisire sempre più rilevanza. L’uso del Porto di Pisa è documentato fino a tutto il XV secolo, e viene ricordato per l’ultima volta negli Statuti di Livorno del 1507, esattamente due anni prima della sua soppressione definitiva.

L’evoluzione del Porto di Pisa fino alla configurazione attuale

PORTO DI PISA BOCCADARNO

In sostituzione dell’antico Portus Pisanus fu creato un ampio stagno, attorniato da marazzi e paludi litoranee, che vennero prosciugati e bonificati nel XIX secolo.

Fino alla metà del XX secolo, la zona fu caratterizzata dalla presenza delle torri in rovina, ma le ultime vestigia furono demolite dagli eventi bellici.

Il XXI secolo è invece stato testimone dell’opera di riqualificazione del Porto di Pisa, iniziata nel maggio del 2010 e ultimata nel giugno del 2013. La struttura portuale è immersa nel cuore del Parco Naturale di Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli, a breve distanza dal centro storico della città e a 15 minuti dal suo aeroporto.




Il porto turistico sorge nell’abitato di Marina di Pisa, alla foce del fiume Arno, il cui ultimo tratto si chiama Bocca D’Arno. Storicamente il nome di Bocca d’Arno è diventato famoso grazie a Gabriele D’Annunzio, poiché nel 1898 il sommo poeta si stabilì qui, insieme all’amata Eleonora Duse, nell’edificio che oggi ospita gli uffici del porto. Dalla Prima Guerra Mondiale Bocca d’Arno ha ospitato prima la sede di un piccolo cantiere nautico, poi una fabbrica di idrovolanti, e, infine, una fabbrica di parti meccaniche delle auto di proprietà della Fiat. Nel 1988 la produzione è stata sospesa del tutto, e con la demolizione dei capannoni sul fiume è stata aperta la strada al progetto del porto turistico.

Servizi e informazioni per i diportisti

Il bacino del Porto di Pisa varia tra i 3,5 e i 5 metri di profondità, e il fondale marino è sabbioso. La sua entrata è segnalata da un faro lampeggiante di colore rosso e verde, e prima di accedervi occorre chiamare gli ormeggiatori sul canale VHF74.

Per le imbarcazioni che provengono da Nord oppure da Ovest, i punti di riferimento sono la foce del fiume Arno e l’abitato di Marina di Pisa, che si trova a sud dell’imboccatura del porto turistico. Per quelle che invece provengono da Sud, l’ingresso portuale è ubicato all’estremo Nord del paese di Marina di Pisa.

Posti barca e auto, esercizi commerciali

Lo staff del Porto di Pisa è a disposizione dei diportisti tutti i giorni dalle 7 alle 22, e fornisce assistenza per la fase di ormeggio e partenza dal proprio posto barca, ma anche per qualsiasi tipo di problema legato all’imbarcazione. I posti a disposizione dei diportisti sono 354, e possono essere utilizzati per unità da diporto da 8 a 50 metri.




La struttura garantisce la massima sicurezza, grazie a un servizio di controllo degli ormeggi, effettuato tre volte al giorno da personale specializzato per verificare che non ci siano situazioni di pericolo. Inoltre, il Porto di Pisa è dotato di un sistema di videosorveglianza a circuito chiuso, in funzione 24 ore su 24, che controlla tutti gli accessi della Marina.

I diportisti possono anche usufruire di 500 posti auto a loro riservati, 250 dei quali al coperto, accessibili tramite una card. In più, hanno a disposizione diversi esercizi commerciali per soddisfare ogni loro necessità, come ad esempio uno studio medico, una farmacia, un supermercato, una lavanderia, alcune banche e numerosi punti ristoro.

Il Porto di Pisa e il rispetto dell’ambiente

Per usare le parole di Lady Bird Johnson, moglie del Presidente Lyndon Johnson e first lady americana dal 1963 al 1969, possiamo dire che “l’ambiente è dove tutti noi ci incontriamo, dove tutti abbiamo un interesse comune. È l’unica cosa che tutti noi condividiamo”.

E, a conclusione del nostro articolo, ci piace proprio sottolineare la politica ambientale del porto, che si basa su quattro R fondamentali: Riduci, Riutilizza, Ricicla, Recupera.




Il porto mira a diventare totalmente plastic-free, suggerendo ai suoi utenti di evitare i prodotti usa e getta, di eliminare gli oggetti di plastica monouso, e di preferire, invece, prodotti compostabili ed ecologici. Tra le attività di recupero e di riutilizzo segnaliamo la proposta del porto di dare una nuova vita alle vecchie vele, trasformandole in borse, oppure in oggetti per la casa o per la barca. Allo scopo di diffondere le buone pratiche di salvaguardia dell’ambiente, il personale di banchina è sempre disponibile anche per aiutare nel conferimento e nello smaltimento dei rifiuti.

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1 commenti

Vacanza In Barca A Vela In Toscana : Le 3 Zone Migliori 14 Gennaio, 2023 at 12:46 am

[…] la cosa vi incuriosisce, potete approfondire il tema consultando la guida sul Porto di Pisa presente sito […]

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