Il Protocollo per la 37a America’s Cup è stato concordato e, come da programma, sarà rivelato domani da Emirates Team New Zealand e INEOS Britannia.
Non conosceremo ancora la location dove si svolgerà la prossima Coppa America, ma il Defender kiwi e il Challenger of Record, la Britannia di Sir Ben Ainslie, domani avranno almeno firmato il nuovo protocollo su cui stanno lavorando da otto mesi, riuscendo a consegnare il documento chiave per le regole della prossima competizione e – diciamolo pure – a scongiurare una figuraccia per non essere riusciti a rispettare i tempi di consegna.
I nodi però restano. E sono rappresentati dal luogo dove si terrà la prossima America’s Cup: Europa o di nuovo in Nuova Zelanda? Nel frattempo, si cerca di mettere a punto una macchina organizzativa più snella per la realizzazione e la gestione delle regate, che possa dissipare le tensioni aumentate già con l’organizzazione di Auckland 2021.
America’s Cup: cosa prevede il nuovo protocollo
Cosa prevederà il nuovo protocollo che, come da accordi, sarà presentato domani, 17 novembre 2021? Al momento, non è stato ancora reso noto nei dettagli, ma fonti molto accreditate oltreoceano parlano di evoluzione, anziché rivoluzione, fornendo alcuni particolari che sarebbero già stati in parte confermati.
Anzitutto si parte dall’utilizzo dei sistemi foiling: dopo anni di cambiamenti del design che hanno introdotto la nuova era delle barche con le ali anche più antico trofeo sportivo, si proseguirà con i monoscafi AC75 anche per le prossime due edizioni. Un’idea che sembra mettere tutti d’accordo.
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“Le barche hanno catturato l’immaginazione dei velisti e del pubblico con il loro debutto ad Auckland la scorsa estate e la continuità è una chiave per il successo della Coppa”, si legge sul quotidiano neozelandese Stuff. Ecco perché il protocollo riguarderà più il perfezionamento degli AC75 che la reinvenzione o addirittura la bocciatura (esclusa peraltro sin dalle prime battute).
Nuovi team e più inclusione, la svolta della Vecchia Brocca
Non solo. Ci sarà un’apertura a nuovi team, anche femminili, per la partecipazione alla prossima America’s Cup, allargando dunque la possibilità a nuovi sindacati e non più soltanto ai quattro partecipanti della scorsa edizione. Un “bisogno reale”, lo definiscono i kiwi. Le condizioni però sono rigide, per evitare ad esempio la caccia agli atleti di altri team stranieri.
Tra i punti del protocollo già trapelati sugli organi di stampa, spiccano il mantenimento della classe con il limite di una sola imbarcazione nuova. Come era stato anticipato dal nostro giornale, le regole sulla nazionalità degli atleti saranno più stringenti: la scorsa primavera divenne un caso la possibilità di esclusione di James Spithill dal team di Luna Rossa, e adesso pare che nel nuovo protocollo le regole sulla nazionalità degli atleti saranno più severe. Domani, con la presentazione del documento, sarà chiarito se i componenti dell’equipaggio dovranno essere tutti della stessa nazionalità dello yacht club in gara.
Inoltre, maggiore inclusione e apertura alle nuove leve: nel contesto della 37esima edizione della Coppa America, saranno infatti previste delle regate giovanili e femminili in concomitanza con l’evento principale.
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Redazione Sport di Non solo Nautica, la rivista online sulla nautica e sul mare a cura di Davide Gambardella.